Il Guerriero, la sua Paura e la sua Ansia
“A volte mi ritrovo a soffrire di un’ansia che non avevo mai conosciuto. Non mi sono mai sentito così solo come in questo periodo. Ho più di mille contatti, amici e follower sui vari social eppure la sensazione è di essere più solo che mai. Una volta l’uomo cacciava, dormiva al freddo, sopravviveva alle malattie più crudeli e oggi invece ho paura a parlare con la gente, a salire in macchina per fare qualche chilometro fuori città, ho paura che succeda chissà che. Mi sento come se continuassi a cadere ed a rimanere indietro in un luogo dove tutti corrono veloci verso il futuro”
È un errore comune attribuire ad eroi, guerrieri e soldati l’assenza di paura come forma di coraggio. Il coraggio non è assenza di paura. Senza paura nessuno può combattere le proprie battaglie, perché è lei a proteggerci da un’audacia spregiudicata e spericolata.
Paura:
Dai soldati ai vigili del fuoco, alle persone di tutti i giorni, tutti hanno una sana paura del pericolo. Quella paura è utile e serve per affrontare la situazione pericolosa con coscienza e conoscenza per non subire danni.
Ansia:
L’ansia è quell’emozione che anticipa un evento, un cambiamento e predispone il nostro corpo e i nostri sensi ad affrontare una situazione nuova.
L’ansia (non patologica) che molti provano oggi invece è artefatta, modellata, distorta dalla mente moderna ed è quasi sempre fondata sulla paura del futuro.
“Il futuro non è pericoloso di per sé, l’unico pericolo è averne paura.”
E quest’ultima deriva da un’altra paura; quella di non essere in grado di adattarsi al cambiamento che il futuro porta con sè.
La paura del cambiamento è, a sua volta, solo un’amnesia sul fatto che il cambiamento è sempre ed è sempre stato. Lo viviamo da quando siamo nati, lo abbiamo già affrontato, superato e sconfitto milioni di volte e siamo ancora qui, magari un po’ acciaccati, magari con qualche cicatrice, ma chi non ne ha? C’è chi le ferite le chiama esperienza…
La farfalla ha paura del futuro quando dimentica di essere stata un bruco
Hai bisogno di stare meglio?
Emozion’ intorno
Ricordarsi tutto il nostro cammino può essere fonte di rassicurazione verso noi stessi, verso la consapevolezza che anche stavolta ne usciremo… in un modo o nell’altro!
Stare con quell’ansia sapendo che è cosa buona e giusta. L’ansia è una sensazione utile, che ci permette di avere tutti i campanelli di allarmi pronti a suonare in caso di pericolo quando affrontiamo una situazione nuova. Ci permette di concentrarci e reagire prontamente. Come voler attraversare una giungla sconosciuta con tutti i sensi in allerta ad avvisarci di qualche pericolo, quell’ansia ci consente di arrivare dove vogliamo. O come l’ansia prima di una prova, di un esame, quell’ansia che ci permette di essere concentrati e preparati ad affrontarlo al meglio.
Coraggio:
Il coraggio del guerriero o dell’eroe non ha niente a che fare con il gettarsi nel vuoto, nel fuoco, con l’assenza di paura nel combattere o di fare qualcosa di pericoloso. Quella semmai è temerarietà, cioè agire incoscientemente dimenticandosi i pericoli dell’azione che sto per compiere.
Il coraggio deriva dalla parola cor, che in latino significa cuore. Avere cuore di accettarsi per ciò che siamo e non per quello che dovremmo essere in base al giudizio nostro o degli altri. Il coraggio di farsi “vedere” senza maschera per quello che siamo realmente (imperfetti) senza paura di non essere abbastanza per essere amati. È il sentimento che abbiamo quando siamo coscienti della nostra imperfezione, dei nostri limiti, ma lo accettiamo e andiamo nel mondo lo stesso, con la nostra vulnerabilità, sapendo che ci potremmo fare male, accettando il rischio perché l’alternativa sarebbe non vivere, chiudersi in casa al riparo dalle possibili sofferenze ma anche dalle possibili gioie.
Fare qualcosa senza nessuna garanzia di successo. Investire tempo ed energie in relazioni che potrebbero funzionare oppure no. Dire “Ti Amo” senza nessuna garanzia di essere ricambiati. Giocare la partita con impegno sapendo che potremmo perdere qualche volta. Scoprire serenamente di essere imperfetti ed avere compassione per i nostri sbagli. Superare l’orgoglio e chiedere scusa per primi. Respirare profondamente quando siamo in attesa di una persona, di una notizia, di un esito. Scoprire di essere malati e continuare a vivere, sorridere e combattere. Accettare che le persone potrebbero andare via…
Al contrario ci sono le maschere indossate tutti i giorni per farci vedere dagli altri forti e inattaccabili, come se la nostra vulnerabilità sia una malattia, quando invece è la prima ragione di amore e connessione con tutto e con tutti. Ognuno di noi possiede una vulnerabilità, ognuno di noi ha le sue debolezze e quando le accetta e le manifesta scatena amore per sé stesso per gli altri e dagli altri. Essere gentili e compassionevoli prima con sé stessi e poi con il mondo.
Abbandonare il sé ideale e credere che la propria vulnerabilità ci rende delle belle persone e non persone deboli.
Il paradosso è quando crediamo di allontanare l’amore del prossimo se ci mostriamo nella nostra interezza con le nostre fragilità, quando invece è proprio aprendosi con tutto il cuore che non avremo più spazio per contenere tutto l’amore che ci travolgerà, arrivando dagli altri e da noi stessi…
Chiedere aiuto è un atto di coraggio. Nella nostra società a volte è visto come una debolezza ma ti assicuro che non c’è niente di più nobile e coraggioso di una persona che scopre un suo limite, lo accetta e cerca di migliorare in qualche modo.
Marco Odino