Psicologo sì, psicologo no? Perché suscita ancora repulsione andarci? Ci sono alternative valide?
Il falso mito del “solo i matti non vanno dallo psicologo”
La professione dello psicologo e le figure professionali che lavorano nell’ambito del benessere e del supporto psico-emotivo sono per fortuna sempre più considerate e purtroppo sempre più necessarie.
Il bisogno di prendersi cura della propria psiche e della propria emotività è cresciuto ulteriormente in seguito alla pandemia, addirittura da coniare il nome di “psicopandemia” e a spingere le istituzioni a destinare il famoso “bonus psicologico” come aiuto economico.
Secondo uno studio condotto da psichiatri, esperti di sanità pubblica, biostatistici dell’Istituto Superiore di Sanità e da altre istituzioni, oltre il 40% degli italiani ha riportato un peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi durante il lockdown dello scorso anno. (fonte sito web dell’Istituto Superiore di Sanità)
Pare comunque che circa il 70% degli italiani considera inutile o evitabile chiedere aiuto. Il restante 30% ha sempre molte remore a rivolgersi a queste figure professionali, preferendo il fai da te.
Nel resto dell’Europa i numeri di chi è a favore sono molto più alti. Negli Stati Uniti è pratica comune andare da un terapeuta come abbiamo imparato dalla filmografia hollywoodiana.
Analizziamo i motivi della reticenza degli italiani.
Quando un essere umano ha un problema fisico gli viene naturale rivolgersi ad un medico. Quando il problema è psicologico o emotivo, invece, non avviene lo stesso: un po’ perché permane l’istinto di non aprirsi e non mostrare le proprie debolezze, l’autodifesa che non consente di parlarne con uno specialista e un po’ per i falsi miti che avvolgono, soprattutto in Italia, la professione dello psicologo.
Perché accade? I motivi sono tanti:
- Comune concezione culturale del “bisogna farcela da soli, essere forti, non piangere, non mostrare debolezze e vulnerabilità”.
- Esperienze passate con professionisti poco empatici.
- Andarci solo se si hanno problemi di salute mentale.
- Prezzi non sempre accessibili (anche se ci sono sportelli di ascolto sempre più presenti nelle istituzioni, Asl, in ospedale o in consultorio) e quindi spesa evitabile se non si sta male davvero o non si ha toccato il fondo.
- L’errata convinzione che parlarne con amici e familiari sia lo stesso. Ci sono sicuramente persone che sono ottimi ascoltatori ma la maggior parte tenderà a dare consigli senza una preparazione professionale adeguata, giudicarci o cadere in un umano coinvolgimento emotivo.
- Vergogna o pudore di aprirsi con un estraneo o del rischio che si venga a sapere.
Quest’ultimo punto forse è uno dei più sentiti. Non è tanto il giudizio di un estraneo a rappresentare l’argine – anche perché uno psicologo non dà giudizi – piuttosto è la paura, umana ma infondata, di scoprire chissà che cosa di orribile in noi ad attivare i freni di difesa. Scoprire nuove parti di sé può apparire come un grande ostacolo che non tutti hanno la voglia di affrontare. Conoscere sé stessi più a fondo (soprattutto la nostra parte inconscia) può essere destabilizzante, ma il cambiamento nasce solo da lì.
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L’isolamento progressivo, aumento dell’aggressività, difficoltà a evitare comportamenti non voluti, difficoltà a gestire lo stress, momenti di tristezza, frustrazione, stati d’ansia, attacchi di panico sono solo alcune delle situazioni che potrebbero far nascere il bisogno di chiedere aiuto. I vari livelli di importanza che possono raggiungere questi disagi possono essere un campanello di allarme da non sottovalutare.
Non sempre la scelta di intraprendere un percorso su sé stessi è motivata dal dover superare un trauma, da una condizione emotiva in frantumi o da una psicopatologia: spesso chi si rivolge a queste figure professionali lo fa per una crescita e/o un miglioramento personale, della qualità della vita, per la ricerca di un proprio equilibrio.
Per la curiosità di conoscere meglio sé stessi, di capire le proprie dinamiche comportamentali, di scoprirne di più sul come aumentare la propria consapevolezza di ciò che accade dentro di noi a livello psichico ed emozionale. Ed ancora conoscere nuove strategie e risorse personali trascurate o utilizzate solo in altri ambiti della propria vita. Il tutto spinto dalla sensazione che il nostro benessere sia qualcosa da ricercare dentro di noi e non fuori nel mondo esterno…
“Io comunque dallo psicologo non ci voglio andare!”
“Ci sono alternative valide?”
Se la propria resistenza di chiedere aiuto ad uno psicologo è comunque molto grande occorre rispettarla valutando magari altre tipi di supporto.
Intanto può essere molto utile mettere in dubbio le proprie convinzioni limitanti del tipo:
- “sono fatto così e non posso cambiare”
- “sarebbe bello ma io ho questo problema specifico e sicuramente non c’è soluzione”
- “è inutile, è più forte di me”
Se non altro per darci la possibilità di scoprire curiosando in giro che i nostri problemi sono già stati risolti da molte altre persone…
E in ogni caso, a prescindere da quali motivazioni personali ci spingono ad evitare questa figura professionale, occorre fare chiarezza sulle varie alternative.
Esistono diverse branche che si occupano della psiche degli individui, come la psicologia applicata, la psicologia clinica, la psicoterapia e il counseling.
Counseling
Il Counseling professionale è un’attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, con percorsi brevi, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione. Le sue origini risalgono addirittura al periodo seguente la rivoluzione industriale, alla fine del 1800 (fonte Assocounseling). In molti altri paesi occidentali è già entrato a far parte della cultura popolare al pari della psicoterapia, in Italia è presente dagli anni ’90.
Consiste nell’applicazione da parte del professionista di un insieme di tecniche, abilità e competenze (es: l’ascolto attivo) tese a facilitare il Cliente nell’uso delle sue risorse personali, affinché questi possa trovare la (sua) soluzione per un problema che crea difficoltà momentanee e per migliorare complessivamente la qualità della sua vita.
Lo scopo del Counseling è quello di offrire al Cliente l’opportunità di esplorare e riconoscere le proprie abitudini di pensiero e d’azione, modalità relazionali con se stesso e gli altri e aumentare il livello di Consapevolezza nel Qui e Ora (Mindfulness), così da saper utilizzare al meglio le proprie risorse personali per gestirsi in modo efficace e raggiungere un maggiore benessere.
Il Counselor opera nel campo della prevenzione della malattia e in quello della promozione della salute, così come intesa e definita dalla Carta di Ottawa nel 1986, possiede competenze specifiche per la promozione del benessere dell’individuo e non esercita attività sanitarie, terapeutiche o diagnostiche.
È pensiero comune che questo tipo di attività è svolta da persone con un elevata capacità di ascolto empatico, compassione e assenza di giudizio rispetto al cliente. I più quotati istituti di diploma triennale in counseling spingono molto su queste caratteristiche e il loro sviluppo.
Life e Mental Coaching
Poi ci sono professionisti del benessere la cui formazione prende spunto da diverse scuole occidentali come il life coaching che nasce dalla diffusione della Programmazione Neuro Linguistica (PNL) e non solo.
Il life o mental coaching si caratterizza per un rapporto esclusivo tra professionista e cliente, in cui il primo aiuta il secondo a focalizzare i propri obiettivi, priorità e lo supporta, in termini prevalentemente motivazionali, nel mantenere e portare a termine il programma stabilito. (esempi: aumentare la propria autostima, raggiungere un obiettivo sportivo, personale, professionale, relazionale o spirituale)
Un buon life coach guida il cliente a sviluppare i propri talenti in vista del raggiungimento di specifici obiettivi, e lo fa nel modo il più possibile rapido ed efficace.
Ci sono anche molti operatori del mondo olistico che hanno una ottima preparazione ed esperienza spesso derivata dalle filosofie orientali.
Come orientarsi quindi tra le varie alternative alla figura dello psicologo?
Con la salute non si scherza!
È fondamentale il fatto di sapere che solo psicoterapeuti e psichiatri sono abilitati alla cura della salute mentale, le altre figure professionali possono occuparsi solo di:
- Prevenzione e benessere generale.
- Supporto e sostegno in momenti di difficoltà.
- Supporto e sostegno per prendere importanti decisioni.
- Raggiungimento di obiettivi.
- Miglioramento della qualità della vita.
- Percorsi di crescita personale che possono comprendere per esempio:
- Autodeterminazione e auto aiuto (self-help).
- Autostima.
- Consapevolezza o Mindfulness.
- Educazione emotiva.
- Bisogno di centratura, equilibrio, armonia.
- Miglioramento delle modalità relazionali con parenti, amici, colleghi.
- Autoanalisi per sensazioni di inadeguatezza, insoddisfazione, smarrimento.
Pertanto è importante che nella scelta ci sia coscienza di qual è la gravità del proprio disagio e qual è il nostro stato di salute mentale. Nel dubbio verificandolo con un’accurata diagnosi di uno specialista.
Se volete affidarvi ad una di queste figure professionali alternative valutate sempre il loro curriculum, la loro preparazione, la loro esperienza magari raccomandate da persone che conoscete. Verificate anche titoli di studio e l’appartenenza ad associazioni di categoria che tutelano i clienti obbligando i professionisti iscritti a continui aggiornamenti di crediti formativi piuttosto che sottostare a regolamenti deontologici precisi.
Altro fattore importante potrebbe essere quello di scegliere di affidarsi a una persona sì competente, e che magari abbia affrontato in passato difficoltà simili. Nel mondo del cambiamento, del miglioramento e della crescita personale è difficile che qualcuno possa portarvi dove non sia stato lui per primo e sono molti i professionisti che hanno scelto questo lavoro perché in passato sono stati pazienti o clienti a loro volta. Questo discorso esclude i casi di psicopatologie.
Spero di aver dato qualche info in più a chi era indeciso o aver messo una buona pulce nell’orecchio a chi era ancora scettico e se volete informazioni più dettagliate sui servizi di Counseling e Life/Mental Coaching del mio sportello di ascolto Sentire ConTatto cliccate qui
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Differenza tra psicologo, psicoterapeuta, counselor e life coach