Qui e Ora (Vivere il momento presente)
Spiegazione semplice e significato di un concetto molto utile.
Cos’è questo famigerato Qui e Ora?
Oggi parliamo del significato di un famosissimo concetto proveniente dalla cultura Orientale e ampiamente diffuso da tutti quelli che cercano di migliorare le nostre vite (occidentali compresi), nei corsi di Motivazione e Crescita Personale, Coaching, PNL o simili, nei libri di spiritualità (es: Osho), nelle palestre di Arti Marziali, nelle scuole Zen o di Yoga, Meditazione, nei social network sotto forma di aforismi , ecc., ecc…
Ma la vera novità è che sempre più spesso viene elaborato (per chi ne ha bisogno) da molti Psicoterapeuti… il:
Qui e Ora!
Il concetto è semplicemente quello di vivere il momento presente più spesso possibile durante le nostre giornate, soprattutto quando ci assalgono sensazioni negative come rabbia/rancore, rimorso, frustrazione/rimpianto, paura, preoccupazione, ansia, ecc.
Vuoi sapere come vivere nel qui e ora?
Emozion’ intorno
Ed anche se apparentemente sembra un concetto facile da capire, spesso mi chiedono:
- “Ma cosa vuol dire nello specifico cercare di vivere il momento presente?”
- “Come faccio a sapere dove sto vivendo ora?”
- “Perché il passato e il futuro sono così pericolosi?”
- “C’è un modo semplice per imparare a farlo più spesso, senza andare in India, in Giappone o facendo meditazione Zen?”
Rispondo nell’ordine:
-
Ma cosa vuol dire nello specifico cercare di vivere il momento presente?
Cominciamo quindi con una piccola spiegazione del concetto:
Se vuoi migliorare la tua Vita cerca di stare il più possibile nel momento presente, vivendo Qui e Ora!
Vivere il momento presente, significa stare attento (essere consapevole) a tutto ciò che accade in questo preciso istante, adesso: odori, colori, suoni, sensazioni, ecc.; per l’appunto tutto ciò che percepiamo “ora”.
La domanda che può aiutarti è chiedersi:
“Cosa sta accadendo dentro di me in questo momento?”
Cercando di sentire emozioni e sensazioni anche corporee, tipo lo stomaco che si chiude, la testa o le spalle pesanti, un nodo in gola, formicolii vari, ecc.
Esempi:
- Se guido o passeggio, voglio fare attenzione a ciò che mi circonda, alle persone che incrocio, agli uccelli che volano sopra di me, a tutta la meravigliosa natura che ci circonda e a tutte le buone cose che l’uomo ha inventato e costruito.
- Se sto mangiando, voglio gustare al 100% quello che ho in bocca, masticando piano, piano senza fretta, senza deglutire subito, appoggiando la forchetta sul piatto, godendo il più possibile i sapori e gli odori senza chiacchierare con nessuno o farmi distrarre dalla tv, dai problemi quotidiani, o da quante calorie ha il cibo nel mio piatto…
- Se fumo una sigaretta, voglio fumare attentamente quel rotolino velenoso, gustandomelo il più possibile, anche se vorrei smettere, senza farsi distrarre dal mondo esterno o da svariati pensieri. Cercare di ridurre al minimo quelle fumate come gesto meccanico e inconsapevole. Spesso si sente il fumatore dire: “…è già finita e non me ne sono neanche reso conto…” con conseguente anticipo della voglia di fumare la prossima…
- Se sono arrabbiato, triste o in preda a qualche sensazione negativa (come ansia o paura), voglio fare attenzione a ciò che mi passa per la testa, analizzare cosa accade dentro di me, nel mio mondo interiore, capire cosa l’ha scatenato, cercare sinceramente la “vera” causa che ha provocato questo stato d’animo, vivere il mio stato negativo appieno e senza cercare di sfuggirgli o respingerlo, perchè solo vivendolo intensamente durerà meno possibile. Oppure se sono già pratico viverlo da osservatore esterno… Una volta usciti, semmai, cercare una soluzione per eliminare piano piano le cause scatenanti senza dare la colpa al mondo esterno o al nostro carattere o a qualche fattore fuori dal nostro controllo.
- Se invece sto vivendo un momento di euforia, felicità, gioia, allegria, godimento; far sì che duri il più possibile, vivendolo più profondamente che si può, senza distrazioni o pensieri tipo:
- “Chissà quanto durerà questa gioia?”
- “Chissà quando succederà di nuovo?”
- “Chissà se sto facendo la cosa giusta?”
- “Come vorrei che fosse sempre così”
- “Bello, sì, però poi ho un sacco di problemi…”
Quindi vivere intensamente tutti questi momenti, senza pensare a quello che è successo un ora fa, ieri, lo scorso fine settimana o nella mia infanzia (rancore, rimpianti, rimorsi) …
…e senza pensare a che sarà di me domani, se riuscirò nei miei obiettivi, se supererò le difficoltà (che ancora non si sono presentate), se realizzerò i miei desideri, se avrò più soldi, ecc. (ansie, paure, preoccupazioni)
Lo scopo (prevalentemente pratico e occidentale) di questa presenza consapevole è la ricerca di qualche tipo di cambiamento che riguardi la nostra persona. Se sei presente quando succede qualcosa che non ti piace puoi osservare per cercare di cambiarla, mentre di solito accade quasi sempre tutto in automatico credendo di non averne il controllo.
Un altro motivo (più filosofico e orientale) è la Serenità che ne deriva. Se mi concentro sull’essere felice ora, non ci sarà nessun ricordo/condizionamento passato, oppure nessuna preoccupazione/paura di un’eventuale futuro che mi potranno distrarre da tale sensazione. Come? Provando la famosa Gratitudine, ovvero facendo attenzione a tutto ciò che di buono abbiamo ora!
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Come faccio a sapere dove sto vivendo ora?
Rispondere a questa domanda è piuttosto semplice, basta che analizzi dall’esterno (osservando) dove vaga la tua mente:
- Se sta rimuginando su vecchi episodi, facendoci rivivere sensazioni conosciute, allora stiamo vivendo nel passato.
- Se mi sto preoccupando di cosa succederà domani, come andrà a finire un determinato evento, ecc., allora sto vivendo nel futuro.
- Se mi sto lamentando di come vanno le cose senza prendermi la responsabilità di quel che accade e di quello che provo, ma soprattutto senza cercare serenamente una soluzione, allora sto vivendo nel passato (fatti negativi accaduti senza il mio controllo) e nel futuro (credere di non poter far niente per risolverli)
- Se volessi cambiare qualcosa nella mia vita ma rinuncio perché credo di essere così e non poter cambiare allora sto vivendo nel passato, ovvero nei miei ricordi in cui giorno dopo giorno ho costruito una certa immagine negativa di me stesso.
Piccola riflessione:
Se un colpo in testa ti facesse perdere la memoria su chi sei, avresti ancora qualche scusa per non cambiare?
Possibile che “CHI SEI TU” è solamente un ricordo continuo e prolungato nel tempo?
😎
Quindi la cosa importante non è cosa rispondere a quella domanda, ma farsela il più frequentemente possibile…
Chiedersi ”Dove sto vivendo?” è un’importante atto di consapevolezza. Se automaticamente sei abituato a preoccuparti del futuro o ad angosciarti per il passato, avere quell’attimo di distacco dai tuoi pensieri per chiederti “Dove sto vivendo?” è già un successo che potrebbe fermare la folle corsa della tua mente che pensa in automatico, così da riprendere il controllo per tornare nel presente. Con il giusto allenamento e un pochino di insistenza si può avere questo attimo di lucidità una, due, tre volte al giorno fino a farlo diventare una piacevole abitudine.
Non c’è niente di difficile nel chiedersi ”Dove sto vivendo?”
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Perché il passato e il futuro sono così pericolosi?
Passato:
Il passato è pericoloso perché ci limita nelle nostre azioni. Se sono convinto di essere in un certo modo o sicurissimo delle mie debolezze, allora userò sempre queste motivazioni per non cambiare o come scusa per non insistere dopo averci provato e fallito la prima volta (i successi arrivano dopo vari tentativi e non al primo colpo…).
I più grandi cambiamenti avvengono quando una vocina nella testa dice con convinzione assoluta: “ORA BASTA!”. Questo produce la determinazione necessaria che ci porta dove vogliamo, “dimenticandoci” di tutto quello che eravamo convinti fossimo in passato, sia come presunte limitazioni sia come presunti lati del carattere non modificabili.
Il passato deve essere una risorsa a nostra disposizione che ci corregge quando stiamo per fare 2 volte lo stesso errore, per farci cambiare strategia quando vogliamo una cosa ma sbagliamo strada o per ricordarci che il fuoco brucia e non andrebbe toccato di nuovo.
Futuro:
Il futuro invece ci causa spesso preoccupazioni inutili su fatti ancora non accaduti. Per esempio fantasticare di come potrebbe andare male un esame, un appuntamento, un tentativo, un colloquio, ecc.. Cosa assolutamente inutile se non possiamo modificare il corso degli eventi. Per esempio è inutile che mi preoccupo di come sarà il meteo in vacanza perché non posso intervenire per cambiarlo. È inutile che mi faccio salire l’ansia per il pensiero di come andrà un esame una volta fatto. Se desidero che vada bene dovrò pensarci prima… Se posso intervenire su come andrà qualcosa lo faccio e basta.
Se so che pioverà cercherò di ricordarmi un ombrello. Se lo dimentico pazienza, chi se ne frega, la prossima volta farò più attenzione, se mi bagno non è poi così grave. Spesso ci angosciamo per cose paragonabili a 2 gocce di pioggia sui vestiti…
Vivere nel futuro è anche quando sono sopraffatto da sensazioni sgradevoli come gelosia, paura, ansia, immaginando gli scenari più catastrofici dovuti ad un semplice ritardo del partner, un figlio, o una persona cara.
Addirittura c’è chi è bravissimo nel fantasticare le situazioni più assurde prima di addormentarsi, causando agitazione e conseguente insonnia.
Il futuro va considerato solo quando si progettano miglioramenti o soluzioni di problemi pianificando i giusti comportamenti e strategie. Lo stesso vale per l’utilizzo della nostra creatività, per far nascere nuove invenzioni tecnologiche, nuove melodie, nuovi disegni e tutto ciò che è incluso nell’arte e nella scoperta scientifica. Oppure per visualizzare come vorremmo il nostro futuro facendo scatenare idee e progetti per realizzarlo.
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C’è un modo semplice per imparare a farlo più spesso, senza andare in India, in Giappone o facendo meditazione Zen?
Leggendo questo articolo potrà venire spontaneo il pensiero tipo:
“Sì sono d’accordo, ma io non riesco, o non posso, perché …” Al posto dei puntini metteteci la scusa che volete.
Ovviamente è una scusa che il vostro cervello sta mettendo in atto per non farvi muovere da uno Stato in cui è così abituato da anni che è diventato familiare. Il cambiamento (anche se positivo) non è mai il benvenuto per la nostra mente abitudinaria e conservatrice. Bisogna insistere un pochino…
😉
Ecco che qui torniamo al discorso fatto all’inizio. Se capiamo che ci può far star bene in alcune situazioni, non dobbiamo voler da subito riuscire al primo colpo o diventare consapevoli come un Buddha. Ma dobbiamo solo cominciare a porci la semplice domanda ”Dove sto vivendo?” e “Cosa sta accadendo dentro di me in questo momento?” sempre più volte al giorno, cercando di ricordarselo il più possibile. Facendo così, pian piano imparerete a capire se state vagando nel vostro passato o in un possibile futuro, oppure entrare in contatto con le sensazioni che provate per osservarle senza giudizio alcuno, tentando di interrompere quel processo per tornare nel presente senza pretenderlo. Nel Qui e Ora! Così da correggere abitudini mentali radicate da anni e che causano disagi quotidiani oppure semplicemente per conoscere meglio cosa accade nel nostro mondo interiore diventando l’osservatore di me stesso!
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Ti lascio ma se vuoi approfondire a fondo pagina c’è qualche info sulle mie attività.
Se hai domande lascia pure un commento o scrivimi una mail a marco@veritarealtive.it
Buona consapevolezza a tutti
Marco