Verità Relative
Esiste la verità? Almeno una? Qualcosa di certo nella vita? No, purtroppo non esiste niente di assolutamente certo. Lo so che storci il naso e che non sei d’accordo… 🙂
Partiamo allora da qualcosa in cui sei d’accordo con me. Da qualche verità poco solida in apparenza, ossia i concetti relativi. Le classiche teorie senza fondamento scientifico. Diciamo quelle che non hanno avuto nessuno che le dimostrasse senza ombra di dubbio. Classico esempio di qualsiasi religione o credo. Essi si basano sul semplice fatto che sia “tu” a volere che sia vero!(*) Niente di più.
- Credi in Dio? Allora è vero.
- Credi nella Scienza? Allora è vera questa.
- Credi nel destino già scritto? Giusto.
- Credi che, istante per istante, sia tu a scegliere? Più giusto ancora, Forse.
Ci sono miliardi di teorie, religiose e non, che non essendo dimostrabili assumono la caratteristica di relative. Gente che discute per anni cercando di convincere gli altri del loro credo, quando quest’ultimi fanno lo stesso al contrario. Ognuno rimane della propria idea convintissimo del torto altrui. Ok? Queste Verità sono Relative. Sei d’accordo?
Ma passiamo a fare un esempio di verità più tosta da confutare. quella che parecchi chiamano “Realtà” o “La Materia”. Per esempio un bel sasso:
- pesante
- grigio
- inerme
- freddo
- silenzioso
- insapore
- inodore
E’ reale? Assolutamente? Analizziamo ora tutto il mondo che ci circonda. Come il sasso, ha la tendenza a sembrare assoluto e non relativo. Lo schermo che hai davanti agli occhi dovrebbe essere assoluto perché lo vedi, lo puoi toccare. Ci stai leggendo le pazzie che scrivo. 🙂 Puoi romperlo se volessi, è qui davanti a te, è assolutamente reale come il sole che ci scalda e l’aria che respiri, è la nostra Realtà!
Percezione di Realtà
Cos’è la Realtà? Dov’è? Come la percepiamo? Con i nostri 5 sensi, giusto? Ma come funzionano?
Semplicemente sono la trasmissione di segnali elettrici “da” i nostri sensori/recettori (occhi, naso, bocca, orecchie e corpo) “verso” una parte del nostro cervello. Gli occhi catturano la luce, e attraverso il nervo ottico, la tramutano in una piccola scossa elettrica continua alla parte del cervello che dice di vedere. Le mani toccano qualcosa e il nostro sistema nervoso da una piccola scossa elettrica alla parte del cervello che dice di percepire. Le orecchie fanno lo stesso attraverso i timpani che vibrano colpiti da un suono e il cervello dice di sentire. Papille gustative e mucose nasali idem. Quindi tutta la nostra realtà è:
una elaborazione dal cervello che trasforma dei segnali elettrici in qualcosa che poi noi diciamo che esiste.
Esempio del film
“Matrix”, “Atto di Forza”, “Vanilla Sky”, “Nirvana”. Se hai visto almeno uno di questi film potresti capire meglio cosa intendo:
Praticamente quando “vediamo” qualcosa facciamo la stessa cosa che fa una televisione. Trasformare un segnale che arriva dall’esterno (l’antenna) in una immagine. Ma l’immagine non è reale. Avvicinati il più possibile al monitor che stai guardando, come in una TV vedrai un milione di puntini colorati messi uno vicino all’altro (pixel). Quando noi guardiamo un film con effetti speciali tipo “Guerre Stellari” sappiamo che non è reale. Gli occhi fanno lo stesso mestiere della TV, trasformano segnali elettrici in immagini. Perché credi in questo film che tu chiami Realtà?
Potrebbe essere tutto un bel sogno. Fatto benissimo, creato da qualcuno che oggi chiamiamo Dio o Universo. La morte potrebbe essere solo il risveglio e la fine del sogno. Oppure potrebbe essere un bel film Tridimensionale con effetti video, audio, olfattivi, gustativi e tattili. D’altronde quando vai al cinema è la stessa cosa. Manca l’olfatto, il gusto e il tatto. Ma poi è un esperienza sensoriale anche quella.
Rifletti, perché vai al cinema? Per provare emozioni nuove e vivere un esperienza diversa dalla realtà. Addirittura andiamo a vedere film tragici, ci piace vedere film di gente che muore, soffre. Non sempre i film fanno ridere o hanno il lieto fine, anzi, Oscar e Palme d’Oro premiano spesso film che hanno finali crudi e reali, dicono che sono i migliori.
Quindi noi paghiamo per vedere anche un film che ci fa piangere (drammatici), soffrire (sentimentali), arrabbiare (thriller). E se qualcuno chiacchiera durante la proiezione, interrompendo l’emozione che stiamo provando, ci indigniamo pure. Giusto? Sai perché?
Perché senza variazione emotiva, in negativo e in positivo, non sappiamo stare. Ci si annoia a morte!
Quindi la nostra vita potrebbe essere un film penta sensoriale e noi potremmo essere un extraterrestre che ha comprato un biglietto per vivere questa tragica esperienza in un pianeta chiamato terra, in un sistema solare di un universo tridimensionale. Magari ha scelto, prima di entrare, anche quale personaggio interpretare e quali sfortune avere. Se tu ti chiami Massimo (mettici il tuo nome) e sei un impiegato (mettici il tuo lavoro) ed hai 1000 problemi (mettici i tuoi guai) forse l’hai scelto tu prima di nascere.
Come un essere umano paga per vedere film tipo “Schindler List” (film storico sulle gesta dei nazisti prima della seconda guerra mondiale) consapevole che uscirà dal cinema triste e disgustato, allo stesso modo potresti essere l’extra terrestre che ha scelto la tua vita sulla terra, con tutta la sofferenza compresa, per passare una domenica pomeriggio diversa dal solito. Quando muori, tu credi che sia finita la tua realtà attuale, ma magari è finito “il film” ed esci dal cinema contento per lo spettacolo che hai vissuto pagando.
Potrebbe essere che abbiamo pagato per Vivere in un film che ci fa anche piangere e soffrire, Giusto? Puoi dire che non sia così di per certo?
Esempio del video gioco
Faccio un altro esempio. Hai mai giocato ad un video gioco? Ce ne sono molti dove più gente ammazzi e colpisci, più punti fai (es: Doom, Street Fighter, ecc). Quindi potremmo, in realtà, essere degli Dei che vivono nell’Olimpo. Ma essendo tutto perfetto, è anche tutto molto noioso. Decidiamo quindi di inventare un bel gioco elettronico. E siccome siamo tutti Dei, dobbiamo mettere qualche limitazione, se no è troppo facile. Come per i giochi tipo la corsa con i sacchi o mosca cieca!
Inventiamo un bel casco che ci proietta in una realtà con solo tre dimensioni, invece delle centoventisei che esistono nell’Olimpo. Nel gioco sarò un personaggio chiamato “essere umano” al quale mi tolgo tutti i poteri che ho essendo un Dio, compresa la consapevolezza di esserlo. Potrò vedere solo 7 colori e le sue tonalità, niente raggi x, raggi gamma o infrarossi. Potrò solo sentire una ristretta gamma di suoni, niente ultrasuoni, alte o basse frequenze. Non potrò vedere angeli, dei, spiriti e fantasmi, loro saranno invisibili, solo chi ci crede li percepirà. Ci sarà un po’ di forza di gravità così non galleggerò troppo ed avrò una sensazione di stabilità. Ci metto un sacco di animali, piante, mari e monti, stelle e pianeti, creando un minimo di sceneggiatura. Ogni volta che amo in maniera incondizionata vinco 1000 punti. Se vivo in maniera troppo egoistica me ne tolgono 500.
Lo scopo ultimo del gioco è capire che è un “gioco”, quindi uscirne. Game Over. Da qui la frase “tornare a casa” che molte teorie spirituali usano per spiegare lo scopo di questa esistenza. Forse personaggi tipo Buddha e Gesù l’avevano capito…
Comunque nel gioco vince chi la smette di prendere la vita troppo sul serio, compresa tutta la sofferenza che percepiamo e capisce che è tutto inventato. Se non si capisce in tempo non importa, il personaggio prima o poi muore e la partita finisce. Ti tolgono il casco e gli amici Dei ridono perché hai perso. Si torna ad essere l’onnipotente Dio di prima. Ovviamente ottant’anni vissuti in questo video gioco sulla terra sono in realtà una partita di 5 minuti nel mondo vero! Può essere? Come puoi essere sicuro? Sia che tu stia dicendo sì oppure dicendo no.
Ecco perché si dice: TUTTO è relativo! Certo, è un concetto difficile da digerire perché farebbe crollare molte delle nostre sicurezze e il nostro inconscio non vuole, se no che gioco sarebbe…
Puoi anche non valutare queste possibilità, ma escluderle sarebbe poco saggio. Anche perchè non è solo un discorso filosofico o spirituale, ma è anche un discorso scientifico se lo si apprende dalla Fisica Quantistica.
E quindi?!
Cosa ne puoi fare di questi bizzarri punti di vista? Gli esempi che ho fatto sono estremi paradossi della nostra concezione della vita. Come chi dice che:
Avere questo tipo di incertezze può sicuramente lenire la sofferenza che proviamo in questo mondo e che spesso non ci spieghiamo. Sia quando sei tu a soffrire, sia quando vedi un bambino morire di malattia. Avere il dubbio che potrebbe essere tutto finto aiuterebbe.
Avere la sensazione di non possedere elementi sufficienti per sapere qual’è veramente la Verità è importantissimo.
Soprattutto per dare un senso a ciò che spesso sembra non averne, come le varie ingiustizie che vediamo nel mondo o viviamo sulla nostra pelle.
ATTENZIONE!
Con questo non voglio assolutamente dire che bisogna smettere di vivere o farlo in maniera insensibile o distaccata. Oppure smettere di agire in qualsiasi modo tanto potrebbe essere tutto finto, olografico e virtuale. Anzi! Il contrario! Che sia tutto un gioco, un sogno, un film o altri esempi che ti vengono in mente, stiamo partecipando a questa esperienza, quindi dobbiamo farlo attivamente, o ti perderesti anche tutte le cose belle che questa Vita ci offre, ogni giorno e gratis. E non dimenticare che potresti aver pagato molti soldi per tutto ciò. 😮
Vuoi liberarti?
Emozion’ intorno
Il non credere e prendere tutto troppo sul serio è una consapevolezza da usare quando la vita ci mette un pochino alle strette, e come qualsiasi medicina è da usare saggiamente. Ti saluto con una citazione:
(*)Domanda: “Cosa è giusto? E cosa no? Come fai a sapere qual è la verità?”
Risposta: “Semplice, la verità è quella in cui tu sei d’accordo mentre l’ascolti!”
(Paxton Robey)
Buona riflessione
Marco